CENTRALINA IDROELETTRICO SUL FIUME NOCE E EROSIONE COSTIERA.
Italia nostra scrive al Ministero dell’Ambiente, all’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale, alle Regioni Calabria e Basilicata ed ad altre 16 Autorità.


Ecco quello che sta avvenendo sul fiume Noce. Non bastava San Sago, ora il fiume Noce si potrebbe trovare ad affrontare una nuova emergenza ambientale ! E’ comparso da qualche settimana un’ opera nuova sul fiume Noce in località Saponara del Comune di Trecchina. Una nuova centralina idroelettrica che si aggiunge a quella già realizzata poco più a monte. Come si può vedere si tratta di uno sbarramento in calcestruzzo alto circa 5 metri per intercettare la portata di acqua e convogliarla verso un impianto di produzione dell’energia elettrica ubicato a lato dello sbarramento.
E’ la prima opera realizzata di questo tipo ma pare siano tante le proposte che sono state presentate da imprese private agli enti competenti (Autorità di Bacino e le due regioni Basilicata e Calabria). In passato i Comuni di Tortora e Maratea si sono sempre opposti ma, stavolta, non sono stati neppure interpellati !

I danni che maggiormente provocano questi impianti riguardano l’alterazione idrologica complessiva sia della portata che della temperatura che determinano gli impatti più severi sugli ecosistemi e non facilmente mitigabili, l’alterazione morfologica del corso d’acqua, l’abbassamento della falda acquifera , l’alterazione del trasporto solido, il mancato ripascimento delle zone costiere.
Quest’ultimo aspetto è certamente il più significativo e grave degli effetti negativi che tale intervento sul Fiume Noce potrebbe già produrre lungo la costa Tortora, Maratea, Praia a Mare.
Da 20 anni è infatti in corso un difficilissimo riordino dell’equilibrio del Fiume Noce con interventi di eliminazione e riduzione di quegli stessi sbarramenti che ora vengono rialzati senza memoria e responsabilità.
Un riordino resosi necessario dopo che alla fine degli anni ’90 l’abitato della Marina di Tortora era stato sfiorato da un alluvione disastrosa per pochi centimetri e dopo che il 30 dicembre 2000 una mareggiata aveva distrutto 80 abitazioni private e 500 metri di lungomare del Comune di Tortora.
Cosa era successo ? Che in un impeto di cementificazione selvaggia che già aveva interessato la fascia costiera negli anni del bum edilizio e seguenti, nel 1985-86 anche il Fiume Noce era stato interessato dalla costruzione di 45 briglie di salto (comprensivi della Fiumarella) negli ultimi 11 km di fiume dalla centrale idroelettrica in località San Sago di Tortora (e Parrutta di Trecchina) che hanno avuto un impatto devastante. Nei successivi 14 anni dal 1986 al 2000 la foce del Fiume Noce è arretrata di 130 metri, le spiagge di Tortora e di Castrocucco di Maratea sono arretrate in proporzione ed anche di 100 metri, il fiume Noce ha alzato il suo letto anche di 3 metri correndo nella piana di Castrocucco al disopra del piano di campagna protetto da argini che venivano alzati ogni anno per far fronte al pericolo di alluvione.
Dal 2001 grazie alla spinta dei Comuni di Tortora e Maratea le due Regioni attraverso le due Autorità di bacino regionali hanno approvato e finanziato un progetto di riordino che è andato avanti molto lentamente perché finanziato a piccoli stralci. Pur non avendo completato le opere di riordino in 20 anni quegli interventi hanno permesso il riavanzamento della foce di oltre 70 metri ed hanno salvato in parte fino ad oggi la spiaggia di Tortora e quella di Maratea Castrocucco.
Fino ad oggi ma non sappiamo se lo sarà ancora in futuro. Infatti gli interventi non sono completati ed i risultati conseguiti vengono messi a rischio da questa nuova opera che va in direzione contraria.
Tutti possono, infatti, comprendere che uno o più sbarramenti sul Fiume Noce a 7 km dal mare impediscono il ripascimento delle spiagge di Maratea e Tortora che sono alimentate dalle sabbie che arrivano durante le piene del fiume. Infatti il “trasporto solido fluviale”, così si chiama, viene interrotto dallo sbarramento ed il rischio di effetti sul litorale è certo, certissimo alla luce anche delle esperienze già vissute negli scorsi decenni sullo stesso fiume. E pur tuttavia non sembra esserci memoria dei disastri recenti sul fiume Noce causati da opere d’ingegneria non ben valutate.
Non sappiamo quali valutazioni strategiche abbiano portato alla situazione odierna , ma è necessario intervenire prima che sia troppo tardi.
Gli Enti competenti ed in particolare l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale e le Regioni Basilicata e Calabria devono spiegar come si è arrivati a tanto e se e come hanno valutato gli effetti sul litorale dell’intervento in corso.
Per due decenni le cose che scriviamo, da quanto ci risulta, sono state documentate da studi e monitoraggi agli atti degli enti competenti che non solo le hanno condivise ma hanno finanziato per oltre 2 milioni di euro ben quattro interventi di riordino del tratto terminale del fiume Noce nel 2001, 2003, 2005 e 2008 ed un quinto di completamento è in fase avanzata per altri 2 milioni di euro.
Questi atti tecnici avevano impedito fino ad oggi la costruzioni di sbarramenti per la produzione di energia elettrica sul tratto terminale del Fiume Noce. Che cosa ha fatto cambiare idea alle due regioni ed all’Autorità di Bacino ?
Per tutte queste ragioni assolutamente fondamentali per gli equilibri ambientali dei territori costieri e per la loro stessa tenuta economica, Italia Nostra ha chiesto in modo pressante all’Autorità di Bacino, ai competenti Dipartimento della Regione Calabria e Basilicata ed a tutte le altre autorità interessate

di conoscere gli studi eseguiti sul trasporto dei solidi a mare e la valutazione dell’impatto ambientale delle opere in costruzione con specifico riguardo agli effetti sul ripascimento naturale del litorale;

di avviare un confronto stringente con gli Enti locali interessati e con i rappresentanti dei vari interessi legati al corso fluviale ed al litorale riguardo alle opere in costruzione;

di sospendere ed interrompere ogni altro eventuale intervento per la realizzazione di centraline idroelettriche fino a quando non sia stata svolta una profonda riflessione tecnico-ambientale sulle conseguenze negative presenti e future lungo il corso del fiume Noce e sul litorale.


Italia Nostra – Sezione Alto Tirreno Cosentino