Di Settimio Alò

 

Accade ogni 22 marzo. Le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno ad espletare le raccomandazioni necessarie ed utili che il bene primario per l’uomo, L’Acqua, non venga sprecato. Ogni tre anni, a partire dal 1997, il World Water Council, convoca un World Water Forum(Forum sull’acqua) per raccogliere i contributi e dibattere intorno agli attuali problemi locali, regionali e globali, problemi che non possono essere risolti senza un accordo quadro con obiettivi e strategie comuni. All’incontro del 2012 a Marsiglia hanno preso parte oltre 140 delegazioni ministeriali e più di 180 paesi rappresentati, tra cui l’Italia. Ma proprio l’Italia, ed in particolar modo le regioni del centro sud, dovrebbe quanto meno fare un Mea Culpa quotidiano, chiedendo scusa a tutti quei cittadini vessati e mortificati dal non poter utilizzare come e quando si vuole il bene più prezioso dell’universo. E vogliamo parlare di Calabria? Sarebbe meglio non parlarne, signori e signore ecco a voi Le Comiche. Tra le aree geografiche più ricche e prospere di acqua potabile, la Calabria, con le sue sorgenti naturali con le sue fonti copiose, un’area geografica ben collocata tra le primissime per spreco, rotture, evasione fiscale, allacci abusivi, incompetenze amministrativo politiche, indifferenza degli enti comunali, inefficacia degli uffici preposti, benestare delle autorità preposte ad intervenire e sanzionare. Non serve scrivere, non serve lamentarsi, siamo ( da anni) schiavi di una classe dirigente, stolta, insensibile ad esigenze basilari dei cittadini(elettori), propensi ai loro arricchimenti privatizzando il nostro “oro blu” la cui problematica questo 22 marzo come in anni passati, viene riproposta quasi sbeffeggiando chi talvolta non puo e non riesce nemmeno a lavarsi. Sindaci politici amministratori in prima linea con spade sguainate pronti a “morire” per il bene comune, per poi scoprirsi soci, presidenti, partecipanti, dirigenti tesorieri, di aziende e società che privatizzano l’acqua rivendendola agli stessi cittadini. Ogni 22 marzo qualcuno, anzi in molti dovrebbero solo che vergognarsi. A differenza di altre realtà territoriali, in Calabria ancora una volta si è rimasti in silenzio, esterni al cuore del problema, distanti da quel nodo che non si vuole sciogliere, insomma un’altra occasione persa. Per informare e educare i cittadini su come valorizzare le risorse idriche, su come assicurare il riconoscimento generale dell’acqua come elemento prezioso e vitale, per promuovere la conoscenza dell’acqua come fattore essenziale per l’agricoltura e per una sana alimentazione; per far conoscere e valorizzare la preziosità di suoli e acque che alimentano la grande varietà di vegetali e animali che la Calabria tra i luoghi meritevoli di essere visitati offre. Nulla di tutto ciò. Paradossalmente, nella Regione che può vantare le fonti più esclusive ed il massimo della qualità, si continua con un’opera ben fatta nel depredarla, “annegandola” proprio nelle proprie acque. I riflettori spenti impediscono a tanti calabresi di conoscere quale sia la realtà “immobile” su una vicenda acqua pilotata dai nostri politici. Acque tra le migliori d’Europa sempre più appetibili fuori della Calabria, e suoli distrutti o indifesi per l’abbondano di rifiuti e per la progressiva cementificazione. Ogni 22 marzo chi di dovere, dovrebbe chiedere scusa a tutti i calabresi, evitando passerelle sceneggiate, promesse ed umiliazioni. “Non ho mai tradito la mia gente di Calabria” dichiarazione questa rilasciata in queste ore, da un noto politico regionale, all’indomani di una revoca di obbligo di dimora. Ne siamo davvero certi?