“L’azzardo più grande dell’ultimo anno è stato citare in giudizio Beppe Grillo, e la nostra più grande vittoria è stata leggere, nei suoi corposi atti difensivi, che siamo stata l’unica associazione antiviolenza a farlo, sull’intera penisola. Ci sembrava il caso di dare un segnale forte, e ci siamo riusciti”: così commenta la Presidente dell’Associazione antiviolenza “Artemisia Gentileschi” a proposito dell’ultima vicenda giudiziaria che ha interessato l’Associazione.
Difatti, all’indomani della pubblicazione del noto video in cui lo stesso definiva un “tempo giusto” per denunciare una violenza sessuale per essere “credibili” (e ci si astiene qui dal riprodurre le esternazioni di Grillo, al fine di non diffonderle ulteriormente), la nostra Associazione – difesa in proprio dalla Presidente Avv.ta Rosangela Cassano, congiuntamente all’Avv. Nicola Cassano – con ricorso depositato il 29 aprile 2021 ha incardinato presso il Tribunale di Paola un procedimento ex art.700 c.p.c. domandando al Giudice di ordinare a Grillo di rimuovere il video dal suo profilo Facebook in quanto offensivo rispetto alla collettività che la nostra Associazione rappresenta e dato che le sue affermazioni “hanno avuto l’effetto di sdoganare, rendere pubblico e “urlato” proprio ciò che rappresenta la maggiore fonte di paura per le donne, cioè quello di non essere credute, di essere giudicate e schernite a seguito della denuncia”, come rappresentato nel ricorso. Beppe Grillo ha dovuto costituirsi in giudizio qui a Paola, a mezzo di due legali genovesi, i quali – nel corso di una amplissima attività difensiva – hanno sostenuto innanzitutto l’incompetenza del Tribunale adito a favore di quello di Genova, ma anche la carenza di legittimazione attiva in capo alla nostra associazione in quanto “sconosciuta ai più”, nonché l’infondatezza nel merito del ricorso poichè – a loro dire – le esternazioni di Grillo sarebbero state contenute in un “un video che non ha alcuna portata diffamatoria ma si limita ad esprimere un punto di vista, più o meno condivisibile, su un fatto di cronaca che coinvolge un familiare”. Nonostante il Tribunale di Paola (nell’ordinanza decisoria datata 25 febbraio 2022) abbia ritenuto di non poter accogliere il ricorso d’urgenza poiché, nelle more, il video contestato aveva ormai ottenuto una diffusione incontrollabile e non più riconducibile (solo e soltanto) al suo autore, il Giudice Ruggiero ha rigettato ogni eccezione preliminare della difesa di Grillo, dichiarando innanzitutto la piena competenza del Tribunale di Paola per come tecnicamente sostenuto nel nostro ricorso introduttivo, nonché la piena legittimazione della nostra Associazione in base alla Sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite n. 2951/2016. Da ciò, il Tribunale di Paola, con riferimento alla nostra Associazione, ha desunto che “il danno da quest’ultima lamentato (…) è risarcibile”, e non ha di certo evitato di prendere posizione sulle esternazioni di Grillo precisando che “il contenuto del video in oggetto, nei passaggi in cui oggettivamente tende a screditare l’asserita vittima del sotteso fatto, minandone la credibilità, non sia condivisibile”, peraltro compensando le spese del giudizio “in ragione della peculiarità della fattispecie e delle questioni di diritto affrontate”.
Oltre che presenti nelle sedi giudiziarie (come Associazione, siamo parti civili costituite in ben quattro procedimenti penali sin dal 2019, e abbiamo ottenuto provvedimenti favorevoli a tutte le donne da noi assistite), siamo una realtà oggettivamente attiva e reattiva nel nostro territorio, sopperiamo alle assenze amministrative (che gravano non tanto su di noi, quanto soprattutto sulle donne vittime di violenza) e abbiamo ormai una consolidata sinergia con le Forze dell’Ordine.
Unico punto di riferimento calabrese, siamo parte della Rete Antiviolenza Nazionale REAMA di Fondazione Pangea ONLUS, che si occupa della nostra formazione continua e del supporto e coordinamento con le altre realtà nazionali.
E tutto ciò serva a far capire alle donne che non sono sole e che, seppur in questo territorio difficile e politicamente omertoso, noi siamo per loro uno scudo inespugnabile poiché correttamente e minuziosamente forgiato ma anche un coraggioso gruppo d’attacco, contro la violenza e per l’affermazione dei loro diritti. “Nulla di ciò che facciamo sarebbe possibile senza un grande lavoro di squadra: Artemisia è per noi una grande famiglia”, chiosa la Vice Presidente, Diletta Aurora Della Rocca.
Oggi, nella Giornata internazionale della donna, lungi dall’allinearci a manifestazioni di parata e ricche di improvvisazioni, noi saremo a contatto con i ragazzi delle scuole “Francesco Bruno” e “Pizzini Pisani” per parlare di argomenti concreti, che interessano le loro vite da vicino: gli stereotipi di genere, la mascolinità tossica e le nuove forme di offesa alla dignità femminile.
In programma, una campagna di sensibilizzazione sulla trasmissione consapevole del virus HPV come strumento silenzioso di violenza contro le donne.
Non sappiamo dove arriverà Artemisia, ma sappiamo dove è adesso e dove resterà sempre e comunque: al fianco delle donne, nell’ottica di una cultura della parità di genere che involga gli uomini per bene e isoli i violenti, assicurandoli alla giustizia.