Come saremo? Sì, voglio dire, quando questa tremenda storia sarà finita, come saremo? Quando gli ospedali lombardi torneranno a essere posti di cura e non di guerra, come saremo? Quando non ci sarà più la coda per andare a comprare il pane, la frutta, uno sciroppo in farmacia, una mascherina. Come saremo quando i nostri ragazzi torneranno a scuola, i bambini nei parchi, i genitori nel traffico delle tangenziali? Come saremo di nuovo allo stadio, in palestra, a cena con gli amici, al cinema fra fidanzati? Come saremo su un treno, seduti in aereo l’attimo prima del decollo, in fabbrica davanti a tornelli, prima di iniziare un turno?

Mi sto chiedendo spesso se questa pandemia, alla fine, ci stia cambiando. E le risposte con le quali mi scontro iniziano a non piacermi.

C’è un’ossessiva ricerca del nemico, che oggi è il lombardo, domani chissà. I social sono pieni di odio. Ci si esalta per un De Luca che promette di chiudere la Campania, se Fontana riaprisse la Lombardia. Diventa leader il malvagio che semina odio e accusa i ragazzi del Sud che sono scappati da Milano, in quella tremenda notte del 3 marzo. Spaccano il Paese in due certi articoli di giornale, che ricalcano la demarcazione fra Nord e Sud (Michele Serra che attacca la Lombardia, altri che insultano il meridione). Fa pena questa ostinata e surreale guerra fra borboni e piemontesi, che esiste nei meandri di menti malate che guardano sempre al passato e mai al futuro.

Come saremo, dunque? Il rischio di trovarci in un’Italia più cattiva dipende solo da noi. Da ognuno di noi. Da te che stai leggendo questo post, da me che l’ho scritto, dal panettiere che dorme dopo una notte di lavoro, dal manager che sbuffa, dal benzinaio vicino casa, dal vicino di banco a scuola, dal ferroviere, dal calzolaio, dalla cassiera del supermercato che non ne può più di quella mascherina, da una donna che sta per diventare mamma.

L’Italia che verrà dipenderà da ogni singolo italiano. E ricordiamocene. Perché vedere e ascoltare il malvagio è già l’inizio della cattiveria.

Non essere cattivo.