C’erano fiamme ovunque, la gente si gettava a mare presa dal panico…». È drammatico il racconto di Franco Zungri, al comando di una delle numerose motonavi che fanno la spola tra le isole Eolie. Stava conducendo un gruppo di turisti verso Stromboli, quando a un miglio dal porto ha visto il vulcano eruttare.
«A bordo c’erano 250 persone – racconta – all’improvviso abbiamo visto l’enorme fungo. Quando siamo arrivati all’attracco di San Vincenzo c’era la fine del mondo

Gente che si buttava in mare, che cercava di salire sulla prima barca che gli capitava. La capitaneria mi ha detto di restare a disposizione per evacuare l’isola. Ne ho presi più che ho potuto e abbiamo fatto rotta verso Tropea».
Parole che rendono l’idea di quello che è accaduto oggi, quando alle 16:46 due esplosioni hanno scosso lo Stromboli, le più forti – ha riferito l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) – mai registrate da quando è attivo il sistema di monitoraggio del vulcano, cioè dal 1985.
Dalla Sciara del fuoco si sono riversati due trabocchi di lava e la caduta di vari lapilli ha innescato numerosi incendi.

Morto un escursionista

Una vera e propria pioggia di fuoco che probabilmente è stata la causa della morte di un 35enne di Milazzo, Massimo Imbesi, che stava facendo una escursione nella zona sommitale del vulcano senza l’ausilio di guide e in compagnia di un amico che risulterebbe ferito. Ad uccidere l’escursionista sarebbe stata proprio la fitta pioggia di lapilli. Intanto cresce il numero di turisti che hanno deciso di lasciare Stromboli nonostante non ci sia un ordine di evacuazione.
Subito dopo le esplosioni alcuni turisti spaventati si sono lanciati in mare cercando di allontanarsi il più possibile dal vulcano.

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