“….Pochi di voi mi conoscono, mi presento, sono Elvira Filippo, da 11 anni ho cercato di creare posti di
lavoro, rischiando di mio, senza l’ aiuto da parte di nessuno, oggi presa dalla disperazione mi ritrovo a
chiedervi aiuto.
Vi scrivo con il cuore in mano, perché da cittadina, e da responsabile di molte persone tra cui anche miei
concittadini, ho bisogno di arrivare al vostro animo.
Il nostro cliente primario è ERICSSON Telecomunicazioni, azienda primaria nella costruzione di reti
telefoniche di fama internazionale. Con le mie sole forze e con l’aiuto dei miei collaboratori, in
considerazione della professionalità che avevamo dimostrato negli anni di lavoro, e con le referenze che
avevamo accumulate, eravamo riusciti ad acquisire lavori in tutta Italia nello specifico per i lavori di
modernizzazione della rete Wind3.
Nonostante le nostre lavorazioni rientravano nelle categorie delle aziende essenziali, il 23 febbraio alla
notizia della chiusura delle Lombardia a causa della diffusione incontrollata del COVID 19, per
salvaguardare la salute ed incolumità dei miei collaboratori ho deciso di fermare tutte le attività che
avevamo in corso.
A distanza di 60 gg, visto il decrescere della diffusione del Virus, come comunicato anche da tutti gli organi
di stampa e governativi, abbiamo deciso di riprendere la lavorazioni lasciate in sospeso e le ulteriori
assegnate, concordandolo con i miei collaboratori.
Purtroppo tale decisione ed esigenza mi è stata IMPEDITA, in quanto la maggior parte dei collaboratori
residenti a San Lucido, a causa del nuovo decreto emanato dal Presidente della Regione Calabria, sono
impossibilitati ad uscire dal comune di residenza.
Non è mia intenzione chiedere aiuti economici, ne tantomeno sospensione delle tasse , chiedo soltanto la
possibilità di riprendere le lavorazioni per assicurare ai miei 28 collaboratori, assunti tutti con contratto a
tempo indeterminato, lo stipendio in modo da poter sostenere anche le loro famiglie.
Ho chiesto di fare eseguire a tutti i miei collaboratori i tamponi per essere ancora più sicura della decisione
presa, anche a mie spese, approvvigionando inoltre tutti i DPI di sicurezza necessari.
Vi chiedo pertanto di ascoltare il mio grido silenzioso, chiedo che qualcuno percepisca la mia disperazione
in modo da non dover prendere decisioni molto più gravi, come licenziare il personale o addirittura essere
costretta a chiudere l’azienda.
Io non mi reputo un imprenditore, ma una persona che a ha cercato di creare posti di lavori in una realtà
che molte volte penalizza chi si mette in proprio, ho cercato di dare stabilità ai miei familiari, ai miei ragazzi
che per ma sono parte integrante della mia famiglia, a me non gratifica avere una barca, un conto a 6 mila
cifre, a me gratifica sapere che i miei ragazzi riescono a fare una vita dignitosa, cosa che da un anno
stavamo facendo. Ci eravamo ritagliati una fetta importante di lavoro, dove tutti apprezzavano il nostro
operato, dove senza aiuti POLITICI, MAFIOSI eravamo considerati da tutti un azienda competitiva,
rispettata, e da formiche ,sul tavolo delle trattative venivamo considerati leoni.OGGI PER UN ASSURDA ORDINANZA, CHE PENALIZZA IL MIO PAESE GIA’ IN APNEA , MI VIENE IMPEDITO IL
DIRITTO AL LAVORO. In questi anni ho preso tanti pugni in faccia, ma non ho mai pensato di mollare ma di
guardare al futuro sempre a testa alta ma oggi mi viene tolta l’ energia, mi viene detto con una fredda pec
che nessuno può lavorare, tranne l’ amministratore.
Il nostro lavoro e strettamente per figure maschili , ho bussato a tutte le porte per non arrivare alla
chiusura totale della mia azienda, ma evidentemente la mia voce è troppo debole per essere ascoltata, e
allora con l’ ultima goccia d’ energia che mi rimane Vi chiedo di farmi capire perché non posso lavorare,
perché si può entrare nel nostro paese, perché se la mia attività rientra nelle aziende essenziali vengo
bloccata, spiegatemi perché se nessuno di noi è stato ammalato non possiamo lavorare?
Spiegatemi perché nel nostro paese non guarisce nessuno, spiegatemi perché siamo alla ribalta mediatica,
considerati in buco nero, spiegatemi perché siamo penalizzati per aver avuto dei morti, spiegatemi perché
nessuno percepisce la tristezza che cammina dietro il virus.
Spiegatemi perché nessun esponente politico è venuto a toccare con mano la realtà, ma soprattutto vi
chiedo di spiegarmi perché dopo 60 giorni di quarantena assoluta non possiamo lavorare. Io non mi
vergogno nel dirvi che per permettere ai miei collaboratori di passare una dignitosa Pasqua mi sono
indebitata, il 16 Marzo ho pagato regolarmente le tasse, l’ affitto dei locali, la luce, le bollette ad alcuni dei
miei ragazzi, ma oggi non ho più la forza, no ho la forza economica di permettermi di tenere assunti 28
persone senza lavorare.
Purtroppo nel nostro settore non si è fermato nessun azienda, purtroppo la concorrenza è sleale, lo
dimostra il fatto che non mi è permesso di lavorare in Calabria, purtroppo a nessuno importa che da
domani 28 persone saranno in mezzo una strada, a me invece importa perché di ognuno conosco i sacrifici,
le debolezze, i sogni, i problemi, e sinceramente mi vergogno di guardarli in faccia perché non sono stata
capace di difendere il loro posto di lavoro.
La pec fatta dal capitano dei carabinieri di Paola Signor Tognoni, che stante al decreto non puo’
autorizzarmi mi ha tolto la poca energia che mi era rimasta per combattere.
Sicura che avete ascoltato il mio grido di aiuto scritto confido in voi , confido che il mio grido venga fatto
ascoltare a chi da giorni non ascolta.

Lettera di un umile cittadino di San Lucido
Elvira Filippo