Di Pa. M. ( LaCnews24)

E mentre in Calabria si producono solo loghi per la celebrazione del V centenario della canonizzazione di San Francesco, in Sicilia invece, si fanno i fatti.

Il deputato azzurro Nino Germanà promotore di un disegno di legge dedicato proprio al santo calabrese protettore della gente di mare e co-patrono di Milazzo, ha chiesto al Governo nazionale mezzo milione di euro per le iniziative celebrative.

 

L’idea – secondo quanto riportato dalla testata online oggimilazzo.it- è quella di istituire un Comitato promotore delle celebrazioni, per valorizzare e diffondere in Italia e all’estero la conoscenza della figura e dell’opera del taumaturgo presieduto da un delegato del Governo e composto da un rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, un rappresentante del Ministero del Turismo, dai Presidenti delle Regioni Calabria e Siciliana o loro delegati, un rappresentante per la Conferenza Episcopale Italiana, dai sindaci o loro delegati dei Comuni di Paola, Milazzo, Messina, San Pier Niceto, Corigliano Calabro, Paterno Calabro, comuni nei quali è stata storicamente accertata la presenza e l’attività del Santo da Paola, due Padri Provinciali dell’Ordine dei Minimi, un rappresentante dell’Apostolato del Mare.

E tuttavia, come abbiamo riferito nel pezzo, “Paola, A 100 giorni dal V Centenario della canonizzazione di San Francesco molti loghi ma niente fondi”. In Calabria, patria del Santo oltre che litigare o competere per i loghi, tutto tace. Eppure da quanto siamo riusciti a sapere, a Paola, città del Santo, alcuni progettisti hanno lavorato per mesi per redigere un progetto per l’evento, con tanto di logo, computo spese e quindi preventivi, hanno interessato professionisti. E tuttavia a 100 giorni dall’anniversario all’orizzonte si intravede il nulla assoluto. Tre loghi diversi, a oggi, per lo stesso evento.

 

A dimostrazione che anche, e specialmente, il comune di Paola, che almeno ha deliberato il progetto e presentato il logo in conferenza stampa, alla fine però non riuscito a fare altro. Il Comune si è limitato a presentarlo ai cronisti locali affinché la comunità sappia. Vanità politiche soddisfatte. Fatti zero. E per il Comune va bene così. Per il resto, prevale l’incapacità nel reperire i fondi necessari per un progetto che non si sarebbe esaurito nel 2019 ma sarebbe stato l’inizio di una promozione del territorio più attenta, intorno all’emblema religioso: da Paola a Milazzo, a Tours a tutto il mondo visto che i Suoi devoti sono ovunque. Il paradosso? . Nel progetto è (era ormai) compresa la realizzazione del presepe in piazza San Pietro offerto da Paola. Un presepe tradizionale, realizzato da artisti ma con una tecnologia nascosta e non invasiva che avrebbe promosso il territorio nella culla della cristianità e al mondo intero. Il comune ha inviato solo una misera lettera per formalizzare la proposta. E si è guardato bene dall’esercitare qualsiasi altra pressione. Il terrore degli amministratori, infatti, sembra che fosse la possibilità di un assenso da parte del Vaticano: “se ci dicono di sì poi come lo realizziamo se la Regione non ci da i fondi richiesti?”. Una paura ottusa. Priva di qualsiasi visione amministrativa. Di fronte ad una possibilità del genere, il comune, anche in assenza di qualsiasi risposta da parte della Regione avrebbe potuto fare appello agli imprenditori locali, i quali, avrebbero fatto a gara per finanziare il progetto. E, chiaramente, in regione tutto tace avvolto dall’oblio e dal silenzio dei fiocchi di neve che lentamente ricoprono San Giovanni in Fiore, mentre politici, politicanti e mezze tacche dell’attuale maggioranza sono tutti concentrati nello slogan: “liberate Oliverio”. E va bene, ma ci chiediamo: per fare cosa?