Un caso avvolto in un mistero, oggi meno fitto.

Un vero e proprio omicidio efferato. Una vicenda che potrebbe conoscere la veritá e restituire giustizia alla famiglia Bergamini, grazie al lavoro di inchiesta di Gabriele Carchidi, direttore responsabile di Iacchitè.org.

Non è facile fare informazione in Calabria, non è facile fare nomi, squarciare quel velo omertoso che vige e contrastare il malaffare, in ogni sua forma, laddove si nutre di amministratori, magistrati, imprenditori, ndranghetisti e massoni.

Probabilmente senza l’accurato lavoro del sito di informazione cosentino oggi non conosceremmo la veritá su Denis Bergamini, e sul suo omicidio.

Il coraggio di denunciare di Carchidi e soci è piaciuto anche ad Andrea Scanzi, giornalista de “Il fatto quotidiano”

Scanzi ha cosí commentato l ultimo articolo di iacchitè consultabile al seguente link http://www.iacchite.blog/omicidio-bergamini-il-triangolo-la-interno-e-conte-stavano-gia-insieme-prima-della-morte-di-denis/

“L’omicidio di Denis Bergamini è stato efferato. Lo hanno soffocato, dopo averlo prelevato a forza, per poi inscenare un “suicidio” improponibile (che però ”regge” da decenni in sede processuale). Altrettanto efferata è stata l’ostinazione con cui per decenni tanti (troppi) hanno cercato di nascondere la verità. Compresi pezzi di Stato. Seguo la vicenda dai tempi del libro di Carlo Petrini, che ben conoscevo. Carlo intuì molto, non però il movente. Da anni il quadro era chiaro. È chiaro. Con due “persone” in cima alla (lunga) lista delle vili persone coinvolte. Non sono gli esecutori materiali dell’omicidio, pure loro facilmente intuibili (da decenni), ma quei due gigli di campo sanno tutto. Una delle due c’era materialmente al momento dell’omicidio, l’altra persona conosce ogni snodo della vicenda come nessuno. Non ne faccio i nomi, non meritano tanto. Mi fanno schifo anche solo a pensarci: son fatto così. Spero solo che finalmente paghino: pagare caro, pagare tutto. Molti organi di informazione hanno vigilato e molti altri no, in questo incubo arcaico a cielo aperto che mostra il lato peggiore di una regione che sa essere tanto meravigliosa quanto irricevibile. Tra le testate più meritorie c’e senz’altro il sito Iacchité, che si è sempre esposto come nessuno. Anche quando non c’erano le meritorie prime serate tivù dedicate al povero Denis (prima tra tutte Chi l’ha visto?). Nella speranza che qualcuno restituisca la verità alla famiglia Bergamini, pubblico uno dei tanti articoli coraggiosi di Iacchité.
Quanta miseria. Quanta tristezza. Quanta silenziosa ferocia. Che razza brutta e misera che siamo”

Un vero plauso al coraggio di iacchitè.

Intanto, buone nuove per Carchidi, la procura di Salerno ha dissequestrato iacchitè.org, dopo le vicende giudiziarie.

Naturalmente, nel nostro piccolo, non possiamo che complimentarci con loro.

Iacchitè, che piaccia o no, rappresenta la stampa libera in Calabria.