Alfredo e Raffaele Cracolici sono stati uccisi perché ritenuti personaggi “scomodi” e anche un ostacolo al predominio del clan Bonavota sulla zona industriale di Maierato. Lo ha ribadito nell’aula bunker con la quale era collegato da un sito riservato Andrea Mantella, l’ex boss di Vibo, oggi collaboratore di giustizia chiamato a deporre nel corso del processo che si sta svolgendo nel nuovo tribunale di Vibo e che vede impuntati per una presunta estorsione ad un impianto eolico Onofrio Arcella, Francesco e Renato Cracolici, figli di Alfredo e nipoti di Raffaele, assassinati rispettivamente nel 2002 e nel 2004. Due omicidi “eccellenti” e solo in parte risolti sui quali Mantella si è soffermato rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro Andrea Mancuso e a quelle degli avvocati della difesa (Domenico Rocco Ceravolo, Sergio Rotundo, Giosué Monardo): “Entrambi erano soggetti scomodi e i Bonavota ritenevano necessario farli fuori per togliere loro il predominio ed estendere, contestualmente, il proprio potere criminale”.




La famiglia di Maierato è originaria di Palermo ed era una famiglia considerata “storicamente mafiosa” nell’ambiente criminale vibonese. Mantella, oltre a parlare dei motivi che hanno portato all’uccisione dei due fratelli, ha anche ricordato che nei primi anni ’90 è stato ospitato, insieme a Francesco Scrugli, da loro per un periodo di latitanza successivo all’omicidio di Ferdinando Manco: “Siamo rimasti nascosti nelle campagne di Filogaso e Maierato così come fece anche a suo tempo Peppe Mancuso con cui i Cracolici erano legati”. Prima amici e poi avversari da abbattere dunque: “Aiutai militarmente i Bonavota che uccisero Alfredo prima e Raffaele poi”. Mantella e soci avrebbero dovuto uccidere anche il figlio di Alfredo, Francesco Cracolici ma “per sua fortuna – riferisce il collaboratore di giustizia – è rimasto in vita poiché noi gli davamo la caccia in quanto lo ritenevamo un soggetto pericoloso avendo ereditato la giuda della famiglia dopo l’uccisione di padre e dello zio e temevamo, pertanto, la sua vendetta anche perché aveva capito chi erano stati i responsabili e quindi si stava organizzando”.

Dei Cracolici ha parlato anche Raffaele Moscato, ex killer dei Piscopisani e collaboratore di giustizia dal 201 o ko5. Le sue dichiarazioni hanno confermato quanto sostenuto da Andrea Mantella: “I due fratelli Alfredo e Raffaele Cracolici erano stati uccisi dai Bonavota per il controllo delle estorsioni nella zona industriale di Maierato”. Sul figlio Francesco ha invece aggiunto: “So che trafficava droga e che se doveva fare un’azione non si tirava indietro. Questo me lo diceva anche Rosario Battaglia”. Nel corso dell’udienza è stato escusso un altro pentito, Francesco Michienzi, collaboratore di giustizia dal 2006, già esponente della cosca Anello-Fruci, egemone tra Filadelfia e Curinga. L’omicidio di Lele “Palermo” sarebbe stato deciso nel marzo del 2004 a pranzo: “Abbiamo mangiato insieme ai Bonavota e per l’occasione vennero anche persone esterne a loro”.


Fonte Zoom24