Assurdi disservizi per i pazienti dell’Asp di Cosenza. A denunciarli è una donna che si è ritrovata ad affrontare delle situazioni paradossali. La signora, che a sua volta lavora al Nord Italia per il Servizio Sanitario Nazionale, racconta di essere riuscita con estrema fatica a convincere nel luglio del 2018 il padre 93enne a sottoporsi ad un consulto psichiatrico. Per l’anziano, che risiede ad Amendolara, ha quindi prenotato la visita nel primo giorno e con il primo medico disponibile: mese di ottobre, a Corigliano, con la dottoressa Maria Isabella Petrone.

Nella data indicata telefonicamente dal Centro Unico di Prenotazioni della provincia di Cosenza (a cui si rivolge un circondario di oltre 700mila abitanti) una volta raggiunto l’ambulatorio l’amara sorpresa, liquidata con semplicità. La dottoressa Petrone non lavora più nella struttura di Corigliano da 10 mesi e non ci sono psichiatri disponibili per prendere in cura suo padre. Il risultato? L’uomo scoraggiato, già titubante, non ha mai più inteso sottoporsi a visita psichiatrica rifiutando di prenotarne un’altra. Anche il fratello della signora è gravemente malato. Si tratta di un 59enne che invece è fortemente motivato ad intraprendere un percorso terapeutico psichiatrico.

Identico l’iter. Telefonando al Cup viene fissato un appuntamento per il 21 febbraio 2019 a Trebisacce con la dottoressa Vincenza Lasorte. Una nota professionista che però, solo il giorno della visita, si scopre sia in pensione da circa un anno. L’uomo però non si è lasciato scoraggiare, ha riprenotato un’altra visita, sperando afferma con ironia “che il medico nel frattempo non muoia”. Una battuta al vetriolo che però, a dire della signora, rispecchia le indiscrezioni che circolano tra i corridoi dei vari ambulatori nei quali si è trovata a peregrinare nell’ultimo anno. «E’ stato proprio un operatore del Cup – spiega la signora – di fronte alle mie continue rimostranze a dirmi chiaramente che in agenda è presente un ambulatorio in cui si effettuano visite cardiologiche, dove però il cardiologo è morto da quasi dieci anni. Una magra consolazione per me che lavoro in un ospedale sotto organico, in cui un errore del genere sarebbe considerato gravissimo». La donna incredula ha quindi tentato di segnalare, invano, tali disservizi attraverso il modulo online che, suo malgrado, non le ha permesso di inoltrare il reclamo.

«Quanto dichiara la signora, purtroppo, – affermano dagli uffici Asp – è verosimile. Non ho la possibilità di verificare la vicenda, ma non metto in dubbio che sia vero perché lavorandovi all’interno ritengo che le cose stiano proprio in questi termini. E’ possibile che ciò succeda. Abbiamo una carenza di personale spaventosa che, già sappiamo, peggiorerà nei prossimi tre anni. Certo se il Cup non è a conoscenza che un medico è morto, pensionato o è stato trasferito in altra sede il problema è nostro, però bisogna considerare che lavoriamo sotto organico.

La situazione dell’Asp di Cosenza in questo periodo si è aggravata dopo le dimissioni di Mauro. Il nuovo commissiario Caterina De Filippo, che ad interim gestisce anche l’azienda Mater Domini di Catanzaro, da quando si è insediata è venuta in sede solo un pomeriggio. Si naviga a vista in un’Asp che è tra le più grandi d’Italia per bacino di utenti. Facciamo fatica anche a far firmare le delibere che dobbiamo inviare a Catanzaro. Duole dirlo, ma è una tragedia. Non ci si può neanche ammalare. Da professionisti ci sentiamo mortificati nei confronti degli utenti».

 

Fonte ed articolo su Quicosenza, che ringraziamo.