Era obbligata a restituire metà del suo stipendio al datore di lavoro. In caso contrario, sarebbe stata licenziata.
Queste erano le condizioni imposte a una dipendente da G.M. imprenditore di 47 anni di Montalto Uffugo, che, al termine di un lungo procedimento penale iniziato nel 2017, è stato condannato a una pena definitiva di 3 anni e 5 mesi di reclusione.
La Corte di Cassazione ha emesso la sentenza di condanna per estorsione, chiudendo così il capitolo di questa vicenda che ha visto come vittima una donna di 35 anni di Cosenza.
I fatti risalgono a circa 8 anni fa, quando la donna lavorava per una Società Cooperativa di M.M., padre dell’imputato, che in primo grado era stato assolto dall’accusa di estorsione.
Tuttavia, il Tribunale di Cosenza ha riconosciuto per entrambi la truffa ai danni dell’Inps, in relazione al rapporto professionale instaurato con la 35enne, che, assistita dall’avvocato Gianpiero Calabrese, ha impugnato la sentenza ottenendo giustizia.