Di Saverio Di Giorno

I lidi, le strutture turistiche, le aree demaniali non sono altro che l’immagine dello “stato” in cui sono ridotte le comunità sull’alto tirreno; dove per stato si intende sia stato delle cose, che Stato in termini giuridici. E cioè uno Stato – rappresentato dalle varie amministrazioni – piegato, perché debole o complice (scegliete voi, tertium non datur), agli interessi e alle prepotenze di questi imprenditori. Non sempre e non ovunque, ma in molti casi sono necessari commissariamenti e/o Guardia Costiera. È quanto sta accadendo nei comuni di Scalea e San Nicola Arcella.
In quest’ultimo la Guardia Costiera di Maratea ha apposto un sigillo al lido Tropical a confine con il comune di Praia a Mare per la concessione scaduta, mentre il lido i Gabbiani è stato ridimensionato. Il comune aveva concesso un ampliamento in ragioni dell’emergenza Covid, ma l’atto era contrario alle leggi regionali. Nonostante questo alcune segnalazioni giunte mostrano come la situazione sarebbe già ritornata quella di prima e la zona sia stata già rioccupata. Quella del lido i Gabbiani è una vicenda tanto vecchia quanto dibattuta, perché il lido non solo ha occupato la zona della Grotta del Prete accanto alla struttura, ma anche una delle vie d’accesso alla spiaggia con cancello e lucchetto. A onor del vero occorre anche dire che esiste un’ordinanza del comune, di cui siamo in possesso, che ordina lo sgombero, ma alla carta non è seguita alcuna attuazione se non per brevissimi periodi. Le operazioni della Guardia Costiera, secondo alcune informazioni, sarebbero scattate in seguito a segnalazioni di alcuni cittadini, segno che non tutta la cittadinanza è dormiente.
La situazione del comune di Scalea è anche peggiore. È di una settimana fa la notizia di uno stabilimento balneare completamente abusivo sia per quanto riguarda il pagamento dei canoni che per quanto concerne la corrispondenza tra “opere assentite ed opere edilizie esistenti”. Questa volta però l’azione proviene per iniziativa del comune stesso retto dal commissario straordinario Francesco Massidda con la guardia di Finanza, e l’Agenzia del demanio. I controlli sono andati oltre ed è recente il sequestro del suolo demaniale di una grossa struttura alberghiera nella cittadina. Che si sia aperto un nuovo filone di indagine?
Comunque siano le cose, si sta scoperchiando una pentola che “bolle” e la strada per arrivare fino in fondo l’avevamo già tracciata tempo fa con Renato Bruno che diverse situazioni le aveva già denunciate. Dalle situazioni debitorie, alle concessioni varie, si può risalire ai responsabili di settore e a chi ha avuto occhi di riguardo per qualcuno e non per altri. Imprenditori che hanno interessi sparsi e di questo passo via via su per le relazioni e arrivare a quel nugolo di professionisti e tecnici di cui anche recentemente si è scritto per altre comunità. Ed è una pentola che bolle non solo per questi comuni, ma per diversi altri nella costa; un ‘operazione simile l’aveva iniziata il sindaco Ugo Vetere a Santa Maria già l’anno scorso e da quel che abbiamo potuto verificare e scrivere (e da come emerge) queste situazioni, ed altre simili, sono legate spesso a doppio filo con le casse in rosso dei comuni, quindi uno sguardo su questi comuni potrebbe riservare interessanti sorprese.