Di Alessandro Pagliaro

Il Procuratore del Tribunale di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è stato trasferito in Basilicata dal Consiglio Superiore della Magistratura per occuparsi di cause civili. Si tratta di un esilio dalla sua terra, la Calabria, dove da integerrimo servitore dello Stato, aveva condotto delicate inchieste sulla criminalità organizzata e sulle illegalità diffuse, sopratutto nella provincia di Cosenza. Avrebbe, Facciolla, secondo alcune delle accuse da cui è stato ritenuto estraneo, favorito un appalto illecito per una ditta di videosorveglianza, che poi gli avrebbe ricambiato il favore con l’installazione di apparecchiature a casa propria. Una “montatura” vera e propria, che subito è rivelata un castello di sabbia. Allora quali sono i veri addebiti mossi a Facciolla, e perché con tanta solerzia e’ stato trasferito altrove? E perchè, ci si domanda, è potuto accadere tutto questo? La risposta può essere solo intuitiva. A chi dà fastidio Facciolla? Quali “scottanti” inchieste stava conducendo? Quali sono i “poteri” che dovevano temere la sua azione? Sono considerazioni legittime, che scaturiscono da una vicenda dai contorni diventati sempre più kafkiani. Alla vigilia delle elezioni regionali qualcuno ha tremato più del dovuto per le sue sorti? Può anche essere. Ma su tutto aleggia lo spettro di una “guerra” fratricida per ottenere la ribalta delle luci sul proscenio delle toghe primeattrici, cha da sole vogliono il nome a caratteri cubitali sul cartellone del proprio film. La vera colpa di Facciolla è quella di non aver scritto libri ovvi e banali sulla criminalità, uno uguale all’altro. E di non essere un “professionista” dell’antimafia, continuamente alla ricerca di fama e notorietà. I magistrati devono fare i magistrati. Quando hanno “scantonato” nel campo della politica, hanno fatto la fine di Antonio Ingroia e Antonio Di Pietro. E per questi motivi ha avuto ragione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nei governi che ha dovuto legittimare durante la sua permanenza al Quirinale, non ha mai voluto la presenza di ministri-magistrati.