Si è concluso, nel tardo pomeriggio di ieri, lunedì 18 marzo, dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro- Prima Sezione Penale, il processo a carico dei tre giovani cosentini che, a ferragosto del 2021, seminarono il terrore tra le vie di Diamante, aggredendo, con tira-pugno di ferro e manganello telescopico, alcuni dipendenti di una nota pizzeria e minacciando, con una pistola, anche altri turisti ivi presenti.Gli imputati, difesi dagli avvocati Luca Acciardi e Gianluca Garritano del Foro di Cosenza, all’epoca dei fatti sottoposti agli arresti domiciliari, chiesero e ottennero di essere giudicati con rito abbreviato. Il Comune di Diamante, in persona del Sindaco, Ernesto Magorno, si costituì parte civile, nei confronti degli imputati, con il patrocinio dell’avv. Francesco Liserre. La persona offesa, invece, si costituì parte civile con l’assistenza dell’avv. Rosangela Manca.

La costituzione di parte civile del Comune fu voluta dal Sindaco Magorno e dall’intera Amministrazione Comunale e rappresentò un importante segnale, sociale, politico e giudiziario, poiché venne riconosciuta, dal GUP di Paola, la piena legittimazione dell’Ente Territoriale a rivendicare, nel processo penale, la pretesa risarcitoria per la lesione della sua immagine.

“Esprimo la mia più profonda gratitudine all’Avv. Francesco Liserre – disse allora il Sindaco Magorno – per lo straordinario lavoro svolto in questo processo che riguarda accadimenti che hanno ferito l’intera comunità di Diamante. L’Avv. Liserre ha saputo perfettamente interpretare le motivazioni che hanno pervaso la nostra costituzione di parte civile: non consentiremo a nessuno di minacciare e portare violenza nella nostra città. Rivolgo altresì il mio plauso all’Avv. Rosangela Manca per quanto fatto per il nostro concittadino parte offesa nel processo”.In primo grado, gli imputati vennero condannati, rispettivamente: R.C. ad anni 2, mesi 4 di reclusione ed € 2800 di multa; P.F. ad anni 2 mesi 2 di reclusione ed € 2600 di multa, M.C. ad anni 1 mesi 6 ed € 1933 di multa oltre al pagamento delle spese processuali e del risarcimento del danno per le costituite parti civili da liquidarsi in separata sede. Ieri, la Corte Catanzarese, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha assolto da due capi di imputazione, i soli imputati R. e P., rideterminando, rispettivamente, a carico degli stessi, l’originaria condanna in anni uno, mesi quattro e giorni 20 di reclusione e in anni uno, mesi quattro e giorni 10 di reclusione, confermando nel resto la condanna. Diversamente, per l’imputato M., la Corte di Appello ha interamente confermato la sentenza di primo grado, condannando, altresì, tutti gli imputati, anche alle ulteriori spese del grado di giudizio in favore delle costituite parti civili.