Il contrasto al fenomeno mafioso e ai traffici illeciti fra Europa e America latina ha una storia lunga, “ma la novità ora è che ci stiamo ulteriormente organizzando affinché vi sia una forte risposta, frutto non solo del lavoro di polizie e magistrati, ma di uno sforzo comune fra magistratura e classe politica”. Lo ha dichiarato il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, a conclusione del primo Seminario Antimafia Italo-argentino.

Oggi, ha spiegato De Raho, “il volto maggiormente visibile del fenomeno mafioso a livello internazionale è senza dubbio quello della ‘ndrangheta, che dalla Calabria si è estesa via via in tutta l’Europa, raggiungendo nel continente americano il Canadà, e contando una presenza propria in praticamente tutti i Paesi latinoamericani produttori e preparatori di stupefacenti, ed in particolare di cocaina”.

Col passare del tempo, ha ancora detto, “la ‘ndrangheta è cresciuta ed ha dimostrato grande capacità di adattamento alle situazioni, e di cambiamento del proprio assetto organizzativo per permettere alla droga inviata dal Sudamerica di arrivare nei punti dove ritiene sia più facile il suo ingresso in Europa”.

“Non si deve pensare – ha poi avvertito – che la ‘ndrangheta intervenga ancora utilizzando il vecchio prototipo di mafioso. Oggi questo avviene attraverso professionisti, commercialisti, avvocati, sia in Italia, ma anche negli altri Paesi in cui è radicata. Si tratta di gente pienamente stimata negli ambienti in cui opera. E’ la nuova borghesia ‘ndranghetista, quella parte colta, laureata della ‘ndrangheta, che finisce per apparire invisibile e consentire il totale inquinamento dell’economia non solo italiana, ma anche europea”.

“E’ anche questo – ha concluso – che ha permesso di scoprire la recente ‘Operazione Pollino’ grazie a cui sono state arrestate 90 persone in Europa e in Sud America”. Mentre De Raho pronunciava queste parole, nel vicino Uruguay i media annunciavano una buona notizia per gli sforzi del ‘pool’ antimafia italiano: la sentenza con cui la Corte penale d’Appello di Montevideo ha confermato la decisione di estradare in Italia Rocco Morabito, boss della ‘ndrangheta arrestato nel 2017 a Montevideo dopo 23 anni di latitanza.

Il boss della ‘Ndrangheta Rocco Morabito
“MOST WANTED”
‘Ndrangheta, ok dell’Uruguay all’estradizione del boss Rocco Morabito
Inaugurato il 25 marzo a Buenos Aires dal presidente argentino Mauricio Macri, al seminario sono intervenuti, oltre a De Raho, anche i procuratori nazionali antimafia supplenti, Elisabetta Pugliese, Nino Di Matteo, Michele Del Prete e Cesare Sirignano. Salutando i magistrati nella sua residenza, l’ambasciatore d’Italia a Buenos Aires, Giuseppe Manzo, li ha definiti “ambasciatori della legalità”, che “avete portato qui un messaggio di grandissimo impegno ed ottimismo, facendo capire che con questi due elementi, i risultati si ottengono”.

(Inchiesta de “La Gazzetta del sud)