La ‘ndrangheta si evolve, muta le sue forme ma non la sua sostanza. Segue l’andamento dei mercati, conosce le nuove tecnologie e le padroneggia per rendere più facili i suoi affari illeciti. E se prima si usava la messaggistica Black Barry per sfuggire ai controlli, oggi si usano piattaforme di ultima generazione con livelli di crepitazione sempre più elevati. Per gli organi inquirenti, quindi, diventa sempre più difficile stare al passo con i broker del narcotraffico. Soprattutto, perché, non è facile avere in tempo reale le conversazioni di interesse per gli investigatori. 

Per vincere la battaglia contro la ‘ndrangheta 2.0 è necessario che lo Stato si confronti con gli operatori e faccia capire loro la necessità di costruire una struttura che tagli i tempi delle risposte alle richieste degli organi giudiziari.

Per Giuseppe Lombardo, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, sarebbe opportuno che gli operatori creassero, in Italia, un ufficio nazionale dedicato ai rapporti con le forze dell’ordine, al fine di ottenere in tempo reale la decriptazione delle conversazioni ritenute interessanti ai fini investigativi. Serve un cambio di passo nelle scelte di politica giudiziaria. 

Un aggiornamento necessario, come sottolineato da Giovanni Bombardieri, procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, anche perché la ‘ndrangheta del terzo millennio è pronta ad usare i bitcoin, la moneta elettronica, per pagare i suoi loschi affari.

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