Emiliano, 29 anni, ricercatore. A Wuhan era rimasto un giorno solo. È bastato perché fosse contagiato dal coronavirus. È il primo italiano affetto dalla malattia n-CoV2019. Un pugno nello stomaco, al termine di una giornata di tensione dopo che il giovane era stato prelevato dal centro sportivo dell’Esercito nella città militare della Cecchignola da personale con tuta isolante e accompagnato in isolamento nella IV divisione dell’ospedale Spallanzani, specializzato in malattie infettive e centro di riferimento nazionale per l’emergenza coronavirus. Una febbre non molto alta e un problema agli occhi – simile a quello che affligge la donna cinese ospite dell’Hotel Palatino, ora in terapia intensiva con il marito sempre allo Spallanzani – avevano fatto temere il contagio. Poi il primo test aveva confermato quest’ipotesi. In serata l’incubo si è materializzato con il secondo test: l’Istituto superiore di sanità ha comunicato alla task force del ministero della Salute l’esito positivo di conferma del coronavirus. Il paziente è ricoverato «con modesto rialzo termico e iperemia congiuntivale».