Se da un lato il reddito medio procapite degli italiani è tornato a salire tra il 2014 e il 2016, dall’altro si confermano differenze abissali sul fronte della ricchezza tra Nord e Sud Italia.
Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat e relativi agli indicatori del Benessere equo e sostenibile dei territori.
“I dati Istat ci consegnano un paese spezzato in due sul fronte del reddito e del patrimonio, con la forbice tra Nord e Sud che continua pericolosamente ad allargarsi – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente del Codacons – Il reddito medio disponibile procapite in Calabria è infatti inferiore del 60% rispetto a quello del Nord Italia, con una differenza pari a circa 15.000 euro.
Chi vive a Crotone o a Vibo Valentia registra un reddito di circa 11.000 euro, contro una media di 26.700 euro di chi vive a Milano.
La situazione non va meglio se si analizzano i dati sul patrimonio procapite, che al Sud risulta pari a meno della metà della media nazionale.
“Si tratta di un divario allarmante che, invece di ridursi, aumenta, a tutto danno delle famiglie calabresi che continuano a patire condizioni economiche sfavorevoli ed a sentire il peso della povertà, la cui incidenza non a caso è assai più elevata nella nostra regione.


Anche sul fronte sicurezza emerge il triste primato negativo di Vibo Valentia, con 4,3 omicidi per 100mila abitanti.
Ma penalizzazione della Calabria emerge in tutta la sua drammaticità, se si scorrono i dati forniti dall’Istat e relativi alla mobilità dei giovani laureati.
Ebbene le perdite più consistenti si registrano a Reggio Calabria dove il 4,2 % dei neolaureati è costretta ad abbandonare la Calabria.
Una perdita di capitale umano – conclude Di Lieto – che deve far riflettere sulle opportunità che la Calabria realmente offre alle proprie eccellenze.