BELVEDERE MARITTIMO- Non si è fatta attendere la replica di Martucci, Greco e Perrone alla Consigliera Emanuela Arnone sulla questione autovelox SS18. Questa di seguito la loro posizione: «Il Gruppo consiliare Futura ritiene doveroso intervenire per ristabilire con chiarezza il perimetro istituzionale e politico del confronto, evitando che una legittima dialettica consiliare venga trasformata in una contrapposizione personale o in una rappresentazione distorta delle posizioni espresse in Aula.
Nessuno, tantomeno il Gruppo Futura, ha mai messo in discussione il valore della sicurezza stradale né il diritto–dovere dei consiglieri comunali di esercitare funzioni di controllo, di accesso agli atti e di sollecitazione politica. Al contrario, proprio per rispetto verso questi strumenti, riteniamo necessario usarli in modo coerente, efficace e istituzionalmente corretto.
Il punto centrale non è – come si vorrebbe far credere – la volontà di “fare i notai” o di sottrarsi alla trasparenza. Il punto centrale è il metodo.
La mozione presentata dalla consigliera Arnone non era una semplice richiesta di chiarimenti o di documentazione, strumenti pienamente legittimi che nessuno ha mai contestato. Era un atto che chiedeva al Consiglio di impegnare la Giunta a sospendere un procedimento amministrativo già in corso, fondato su un contratto di appalto attivo e su determinazioni dirigenziali già adottate, in assenza di una preventiva e completa istruttoria tecnica e giuridica, senza che il Consiglio fosse posto nella condizione di conoscere tutti gli elementi necessari per valutare le conseguenze della scelta proposta.
In particolare, mancavano pareri tecnici formali degli uffici competenti e, soprattutto, una valutazione giuridico-legale, che ben avrebbe potuto e dovuto essere richiesta all’Ufficio legale dell’Ente, al fine di chiarire i profili di legittimità, le eventuali criticità contrattuali e i possibili rischi di contenzioso o di responsabilità erariale connessi a una sospensione dell’appalto in corso.
Senza questi elementi, il Consiglio sarebbe stato chiamato ad assumere un impegno politico su basi incomplete, esponendo l’Ente a conseguenze che non possono essere affrontate senza il necessario supporto tecnico e legale. Ed è qui che si colloca la nostra posizione.
Il Consiglio comunale ha certamente poteri di indirizzo e di controllo, ma non può essere chiamato a deliberare “in via cautelativa” su atti amministrativi complessi senza un’istruttoria compiuta, perché così facendo rischia di assumere responsabilità che non gli competono e di produrre atti politicamente suggestivi ma amministrativamente inattuabili o potenzialmente dannosi per l’Ente.
Affermare che “le risposte spettavano all’Amministrazione” è vero solo in parte. Le risposte spettano alla Giunta e agli uffici, ma prima di chiedere al Consiglio di votare una sospensione, tali risposte devono essere acquisite, formalizzate e portate all’attenzione dell’Aula. In assenza di ciò, il Consiglio non esercita un controllo consapevole, ma viene posto nella condizione di pronunciarsi senza conoscere gli effetti reali delle proprie decisioni.
Quanto ai presunti profili di illegittimità richiamati – distanze, decreto prefettizio, omologazione, applicazione del D.M. MIT 11 aprile 2024 – proprio perché si tratta di questioni tecniche e giuridiche complesse, esse richiedono verifiche istruttorie formali e approfondite. Non possono essere risolte con una deliberazione politica preventiva e priva di un adeguato supporto tecnico-amministrativo. Diversamente, il rischio non è quello di tutelare la legalità, ma di esporre l’Ente a ulteriori contenziosi, anche laddove le criticità ipotizzate non trovassero riscontro.
Il Gruppo Futura non ha mai negato l’esigenza di valutare tratti della SS 18 con maggiore criticità, né ha escluso la possibilità di ulteriori dispositivi o interventi mirati alla sicurezza dei cittadini. Abbiamo semplicemente sostenuto che lo strumento corretto non fosse la sospensione immediata di un impianto già operativo, ma un atto di indirizzo serio e responsabile che impegnasse la Giunta:
a produrre le relazioni tecniche richieste;
a verificare la conformità normativa alla luce delle nuove disposizioni;
a valutare, su basi oggettive, eventuali soluzioni alternative o complementari.
Questo non significa rinviare la sicurezza, ma garantirla evitando scorciatoie politiche.
Respingiamo inoltre con fermezza ogni tentativo di spostare il confronto su altri atti consiliari o su temi estranei alla discussione, come le ratifiche delle variazioni di bilancio o le politiche sociali. Il Gruppo Futura ha sempre dimostrato attenzione concreta ai temi della fragilità e dell’inclusione e non accetta lezioni su questo terreno, né accostamenti strumentali che nulla hanno a che vedere con la questione Tutor.
A fronte di ciò, riteniamo che la consigliera Arnone dovrebbe forse interrogarsi anche sul metodo con cui vengono costruite e presentate le proprie proposte politiche. Non è la prima volta, infatti, che iniziative da lei avanzate – dagli emendamenti al Regolamento di Polizia Municipale, alla proposta di modifica del Regolamento TARI e all’introduzione della TARIP, fino alla vicenda del Tutor – non arrivano alla fase di votazione in Aula. Questo dato oggettivo non può essere sistematicamente ricondotto a una presunta volontà di elusione o di chiusura da parte del Consiglio, ma impone una riflessione sul fatto che proposte prive di un adeguato supporto istruttorio, tecnico e giuridico difficilmente possono tradursi in atti deliberativi efficaci e sostenibili».































