A distanza di 34 anni dal duplice omicidio di Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi, trovati uccisi il 25 febbraio 1991 a Vicenza, è arrivata la sentenza: ergastolo per U. P. Killer cetrarese già detenuto in carcere.
La condanna è stata pronunciata nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 16 settembre, durante l’udienza preliminare presieduta dal giudice Antonella Crea, che ha accolto le richieste della procura. In aula erano presenti il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, che ha coordinato la lunga e complessa indagine della squadra mobile di Vicenza guidata dal vicequestore Lorenzo Ortensi, e il procuratore capo Lino Giorgio Bruno.
Il caso, rimasto per decenni un “cold case”, ha trovato una svolta decisiva soltanto nel 2023. Una traccia di Dma isolata nel 2012 dalla polizia scientifica ha infatti trovato corrispondenza con un profilo genetico recuperato nel corso di una sparatoria avvenuta in Calabria nel 2022, portando così gli inquirenti al detenuto
Nonostante la ricostruzione dell’accusa, il movente del duplice delitto resta ancora avvolto nel mistero. Le difese – affidate agli avvocati Marco Bianco, Giuseppe Bruno e Matilde Greselin – avevano chiesto l’assoluzione dell’imputato, sottolineando le zone d’ombra dell’inchiesta.
La sentenza di ergastolo, che chiude un capitolo lungo oltre tre decenni, rappresenta la fine giudiziaria di uno dei casi più intricati della cronaca nera vicentina, pur lasciando ancora aperti molti interrogativi sulle ragioni che portarono all’uccisione dei coniugi Fioretto-Begnozzi.
































