Di Maria Lombardo

Una musica tetra tipica da fiction mediaset sulla mafia precede il girovagare del massmediologo elvetico Klaus Davi nelle campagne dei Mancuso va ad incontrare Salvatore Mancuso alias “u zoppu” esponente del “clan” Mancuso. Salvatore è solo in casa stava riposando ma accetta di essere intervistato dall’elvetico. Davi si meraviglia di trovare “un pezzo da 90” senza guardie del corpo in una casa umilissima e con le chiavi alla porta, porta si fa per dire è “ una bussola” un soffio di vento potrebbe buttarla giù! Ecco che ritornano come un fulmine le parole del boss”Vetrinetta” :la fantandrangheta una volta c’era la n’drangheta”. Ecco che Salvatore risponde pacatamente alle domande di Klaus chiedendo persino una buona parola per intervistare il fratello “Addecu” (Diego), Klaus però si identifica come amico di Emanuele nipote di “Turi” e figlio di” Luni” . L’intervista è molto interessante tanto quanto le immagini del video, Salvatore dice che:”La ‘ndrangheta non morirà mai, ci sarà fino alla fine dei tempi e sa perché? Perché serve a criminalizzare famiglie innocenti che vengono accusate e perseguitate solo perché si chiamano in un certo modo. Venga a vivere con me e vedrà che sono tutte balle”. Si dice estraneo alla coltivazione di droga che chiama quella merda e specifica che qui i giovani sono “affamati” senza lavoro e sono loro a coltivarla per soldi. Aggiunge ancora che la n’drangheta “Non vogliono che muoia, la portano come un senso di male per noi, la usano come strumento”. Fa intendere che serve per vendere i libri e collezionare posti di lavori. Attacca però il pentito Andrea Mantella che recentemente ha rilasciato dichiarazioni contro la famiglia Mancuso: “È un pagliaccio. Uno che spacciava cocaina negli ospedali di Cosenza e Tropea”. Gli autori hanno anche chiesto se un figlio gay nella famiglia Mancuso sarebbe un problema: “No, verrebbe accettato nonostante sia una malattia genetica”, ha risposto Mancuso.